Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38786 del 19 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:38786PEN

Massima

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Il diniego della misura alternativa alla detenzione dell'affidamento in prova al servizio sociale deve essere adeguatamente motivato dal giudice di sorveglianza, il quale deve valutare in concreto le specifiche condizioni che connotano la posizione individuale del condannato, contemperando le esigenze di recupero e reinserimento sociale del reo con quelle di prevenzione generale e speciale. Tale valutazione deve essere rappresentata in modo completo, coerente e logico nella motivazione del provvedimento, tenendo conto di elementi quali la consapevolezza del condannato in ordine alla propria patologia, la concreta prospettiva di un percorso lavorativo e di un idoneo domicilio, nonché l'esistenza di un nucleo familiare in grado di accogliere e supportare il condannato. Solo una motivazione adeguata, che dia conto di tali aspetti, consente il sindacato di legittimità sulla correttezza della decisione di diniego della misura alternativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1354/2015 TRIB. SORVEGLIANZA di FIRENZE, del 20/08/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ESPOSITO Aldo;
lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. PINELLI Mario, che chiedeva dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso o, in subordine, il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 20/08/2015 il Tribunale di sorveglianza di Firenze rigettava l'istanza di concessione della misur…

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