Il dolo specifico del reato di furto, che richiede il fine di profitto, può essere integrato anche quando lo scopo di incrementare la propria sfera patrimoniale concorre con il perseguimento di ulteriori fini, come il controllo dei contatti telefonici della persona offesa per motivi di gelosia. L'erronea qualificazione giuridica del fatto, deducibile con il ricorso per cassazione avverso la sentenza ex art. 444 c.p.p., deve essere limitata ai soli casi di errore manifesto che emerga ictu oculi dal capo di imputazione, essendo esclusa tutte le volte in cui la diversa qualificazione presenti margini di opinabilità e/o implichi accertamenti di fatto. Pertanto, nel caso in cui il dolo specifico del reato di furto risulti integrato anche dal concorrente perseguimento di ulteriori fini, non assume rilievo la questione rimessa alle Sezioni Unite circa l'interpretazione restrittiva del fine di profitto come esclusiva finalità di incrementare la sfera patrimoniale del soggetto agente.