Cassazione penale Sez. I sentenza n. 18414 del 24 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18414PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di misure alternative alla detenzione, deve considerare la persistenza di una condotta deviante del condannato, desumibile dai precedenti penali e dalle pendenze processuali, anche se successivi al reato per cui è in esecuzione la pena. Tali elementi, unitamente alla genericità e mancata documentazione delle asserite assoluzioni, giustificano il rigetto dell'istanza, in quanto indice di una perdurante e mai cessata pericolosità sociale del soggetto, nonostante l'espiazione della pena detentiva. La concessione di misure alternative, infatti, presuppone un positivo giudizio sulla possibilità di reinserimento sociale del condannato, che non può essere formulato in presenza di una simile situazione personale e giudiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 4089/2011 TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA, del 24/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

lette le conclusioni del PG che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza 24/5/12 il Tribunale di Sorveglianza di Roma rigettava l'istanza di (OMISSIS) volta a ottenere l'affidamento in prova al serv…

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