Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 43460 del 13 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43460PEN

Massima

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Il giudice, nel determinare la pena da infliggere in concreto, esercita un potere discrezionale, applicando i criteri di cui all'art. 133 c.p. e motivando adeguatamente il proprio convincimento, tenuto conto delle specificità della fattispecie, come la reiterazione e le modalità della condotta delittuosa. In sede di legittimità, il sindacato di Cassazione è limitato alla verifica della correttezza dei criteri logico-giuridici seguiti dal giudice di merito e della congruità della motivazione, salvo i casi in cui la pena sia applicata nel minimo edittale. Il giudice può legittimamente acquisire e valutare, ai fini della deliberazione, le dichiarazioni rese dagli ufficiali di polizia giudiziaria sul contenuto delle precedenti deposizioni testimoniali degli acquirenti di droga, anche se avvenute prima dell'entrata in vigore della legge n. 63 del 2001, in quanto tale normativa ha introdotto un divieto di acquisizione probatoria, ma non di utilizzazione delle prove legittimamente acquisite al dibattimento. Analogamente, il giudice può utilizzare, ai sensi dell'art. 500, comma 4, c.p.p., le dichiarazioni accusatorie rese dagli acquirenti di droga nel corso delle indagini preliminari, purché corroborate da altri elementi di prova che ne confermino l'attendibilità, senza che tali elementi debbano avere autonomo valore persuasivo dell'attribuibilità del fatto. La ritrattazione di tali dichiarazioni al dibattimento, se priva di validi motivi e divergente dalle precedenti deposizioni degli ufficiali di polizia, può essere valutata come riscontro estrinseco della loro originaria attendibilità. Il giudice può legittimamente negare il riconoscimento della continuazione tra reati già giudicati con sentenza irrevocabile e quelli oggetto del presente processo, qualora ritenga che le condotte illecite siano espressione di una generale inclinazione a delinquere, piuttosto che di un unico programma criminoso, in assenza di elementi che provino la sostanziale unitarietà del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. CAMPANATO Graziana - Consigliere

Dott. LICARI Carlo - rel. Consigliere

Dott. GALBIATI Ruggero - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TA. PI. , N. IL (OMESSO);

2) D'. CA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 281/2004 CORTE APPELLO di BARI, del 14/02/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/10/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO LICARI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Montagna Alfredo, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

OSSERVA…

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