Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24926 del 16 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24926PEN

Massima

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Il divieto di associazione con pregiudicati o persone sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza, imposto al sorvegliato speciale della pubblica sicurezza, non richiede una reiterazione abituale e seriale di comportamenti, essendo sufficiente la prova di un unico episodio di frequentazione, purché il sorvegliato fosse consapevole della condizione di pregiudicato della persona con cui si è associato. La violazione del divieto di associazione non può essere esclusa sulla base della mera circostanza che il sorvegliato si sia incontrato con pregiudicati diversi, anziché con la stessa persona, in quanto ciò non esclude la consapevolezza della condizione di pregiudicato di coloro con cui si è associato. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente la prova di un singolo episodio di associazione con persona pregiudicata, purché il sorvegliato fosse a conoscenza della condizione di pregiudicato di quest'ultima, senza che sia necessaria la dimostrazione di una reiterazione abituale e seriale di tali comportamenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di BARI;

nei confronti di:

1) MA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/12/2008 GIP TRIBUNALE di BARI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. DI CASOLA Carlo, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per il rigetto del…

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