Cassazione penale Sez. III sentenza n. 22109 del 3 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22109PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri e della funzione, costringe con violenza e minaccia la persona sottoposta al suo controllo a subire e compiere atti sessuali, commette il reato di violenza sessuale aggravata dall'abuso di autorità. La credibilità della vittima deve essere valutata sulla base dei riscontri oggettivi emersi dalla ricostruzione del fatto, della coerenza logica intrinseca delle sue dichiarazioni e dell'immediatezza della denuncia, senza che possano assumere rilievo decisivo eventuali incongruenze marginali o elementi di dubbio suscettibili di interpretazioni alternative, purché le risultanze probatorie nel loro complesso convergano in modo univoco a sostegno della veridicità del racconto della persona offesa. L'ammissione di nuove prove in appello, anche nel rito abbreviato, è rimessa al potere discrezionale del giudice, che può disporla solo ove la ritenga assolutamente necessaria ai fini del decidere, senza che le parti possano vantare un diritto soggettivo all'acquisizione di tali elementi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. GRILLO Carlo - Consigliere

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. ((omissis)), difensore di fiducia di Gu. Pi., n. a (OMESSO);

e dall'Avv. ((omissis)), difensore di fiducia di Li. Ma., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 9.3.2007 della Corte di Appello di Perugia, con la quale, a conferma di quella del G.U.P. del Tribunale di Perugia in data 15.4.2002, vennero condannati alla pena di anni due di reclusione ciascuno, quali colpevoli del reato di cui all'articolo 110 c.p., artic…

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