Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare che giustifica il mantenimento della misura degli arresti domiciliari, può essere ravvisato nella capacità dell'imputato di inserirsi in contesti criminali dediti al traffico di sostanze stupefacenti, dimostrata dalla sua pregressa condotta di cessione di cocaina in quantitativi non indifferenti ad altri spacciatori, anche se l'imputato possa contare su una attività lavorativa lecita. Tale pericolo è ritenuto attuale e concreto, in quanto le condizioni di luogo, di lavoro e familiari dell'imputato non sono mutate rispetto al momento in cui è maturato il delitto, non costituendo il periodo di tempo trascorso in regime cautelare una cesura netta dal passato. La misura cautelare degli arresti domiciliari appare quindi raggiungere un equo bilanciamento tra l'esigenza di limitare il pericolo di reiterazione e quella di assicurare all'imputato un progressivo reinserimento nella società, concedendogli una relativa libertà di movimento e di lavoro.