Il docente di scuola superiore che attesta falsamente nei registri di classe e nei propri diari la presenza di alcuni alunni commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, punito dall'art. 479 c.p., e non il meno grave reato di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 c.p. Tuttavia, tale condotta delittuosa può essere dichiarata estinta per intervenuta prescrizione, qualora il tempo trascorso dalla commissione del fatto fino alla pronuncia della sentenza definitiva superi i termini di prescrizione previsti dalla legge, senza che sia possibile per il giudice pronunciare una sentenza di assoluzione nel merito, a meno che le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell'imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, tale da rendere la valutazione del giudice una mera "constatazione" e non un "apprezzamento" che richieda ulteriori accertamenti. In tali casi, il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione ai sensi dell'art. 129, comma 2, c.p.p.