Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26484 del 9 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26484PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, ancorché revocato o divenuto inefficace, può essere oggetto di impugnazione da parte dell'indagato solo ove questi dimostri in modo specifico e concreto la sussistenza di un interesse attuale e pratico alla pronuncia della Corte, idoneo a incidere sull'economia del procedimento, come nel caso in cui intenda far valere il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione ai sensi dell'art. 314 c.p.p. Tale interesse non può essere presunto in via automatica, ma deve essere oggetto di una deduzione specifica e motivata da parte dell'interessato, che evidenzi in termini concreti il pregiudizio derivante dall'omissione della pronuncia, essendo la domanda di riparazione atto riservato personalmente alla parte. In mancanza di tale dimostrazione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. AV. , N. IL (OMESSO);

2) BA. EM. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1072/2009 TRIB. LIBERTA' di FIRENZE, del 28/08/2009;

la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi per sopravvenuta carenza di interesse.

FATTO

Con l'ordinanza di…

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