Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11886 del 21 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:11886PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei propri poteri, induce un privato a effettuare in suo favore prestazioni in denaro, prospettandogli come contropartita l'affidamento di servizi da parte dell'ente pubblico da lui diretto, commette il reato di induzione indebita previsto dall'art. 319-quater c.p. Tale condotta, unitamente all'aver turbato il regolare svolgimento di un concorso pubblico per il rinnovo del proprio incarico, integrando altresì il reato di cui all'art. 353-bis c.p., è idonea a giustificare l'applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, in ragione della gravità dei fatti commessi e della pericolosità sociale dell'indagato, emergente dalla strumentalizzazione a fini personali dell'ufficio pubblico ricoperto. La richiesta cumulativa o alternativa da parte del pubblico ministero di misure coercitive e interdittive non comporta la necessità dell'interrogatorio preventivo dell'indagato, essendo sufficiente che sia stata formulata una richiesta di applicazione di una misura coercitiva per escludere tale adempimento, in applicazione della novella introdotta dalla L. n. 47 del 2015. La motivazione del provvedimento cautelare deve puntualmente considerare le deduzioni difensive e indicare in modo logico e adeguato le esigenze cautelari, senza necessità di una autonoma valutazione delle stesse qualora il giudice di appello abbia pienamente condiviso il percorso argomentativo del giudice di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 26/10/2015 del Tribunale dell'Aquila;
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;
sentita la relazione del componente Dott. FIDELBO Giorgio;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto procuratore Generale Dott. CARDIA Delia, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi gli avvocati (OMISSIS) e (OMISSIS), quest'ultimo in sostituzione dell'avvocato (OMISSIS), che hanno insi…

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