Cassazione penale Sez. III sentenza n. 1658 del 11 febbraio 1998

ECLI:IT:CASS:1998:1658PEN

Massima

Massima ufficiale
Il rilascio in sanatoria delle concessioni edilizie, effettuato ai sensi degli artt.13 e 22 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, come espressamente previsto al terzo comma del citato art. 22, determina l'estinzione dei soli "reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti" e quindi si riferisce esclusivamente alle contravvenzioni concernenti la materia che disciplina l'assetto del territorio sotto il profilo edilizio, ossia alle violazioni della stessa legge, in cui (art.13) sono contemplate le ipotesi tipiche suscettibili di sanatoria (opere eseguite in assenza di concessione o in totale difformita` o con variazioni essenziali, ecc.). Ne deriva l'inapplicabilita` della causa estintiva agli altri reati che riguardino altri aspetti delle costruzioni ed aventi oggettivita` giuridica diversa rispetto a quella della mera tutela urbanistica del territorio, come i reati relativi a violazioni di disposizioni dettate dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64 in materia di costruzioni in zona sismica, o dalla legge 5 novembre 1971, n. 1086 in materia di opere in conglomerato cementizio, ovvero dall'art.1 sexies del D.L. 27 giugno 1985, n. 312 introdotto dalla legge di conversione 8 agosto 1985, n. 431, in materia di tutela delle zone di particolare interesse ambientale. Cio` trova conferma nell'art.39, undicesimo comma, della legge 23 dicembre 1994, n. 724 il quale prevede l'ipotesi di conversione dell'istanza di sanatoria presentata a norma dell'art.13 legge n. 47 del 1985 in istanza da considerarsi prodotta a mente del successivo art. 31 ed, all'uopo, richiede che venga avanzata al comune apposita domanda, corredata dal pagamento all'erario degli oneri dovuti. conforme: Sen 09/07/1996 6943 sez 3 Pen

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