Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45093 del 10 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45093PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della propria posizione, induce un privato a compiere atti finalizzati al perseguimento di un vantaggio personale o di un terzo, realizza il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p., anche quando il privato concorre nella condotta illecita. Ciò non esclude il diritto della parte lesa al risarcimento del danno, in quanto la valutazione della rilevanza penale della condotta deve essere effettuata con riferimento al momento della sua realizzazione, senza che possano rilevare eventuali successive modifiche normative più favorevoli. Inoltre, il concorso del privato nel reato proprio del pubblico ufficiale può essere integrato anche dalla mera adesione consapevole e finalizzata alla realizzazione dell'illecito, senza necessità di provare un previo accordo, essendo sufficiente l'accertamento di una sinergia di intenti tra i concorrenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS A. - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/01/2014 della Corte d'appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito l'avv. (OMISSIS) per il ricorrente, che si e' riportato al ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appe…

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