Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13049 del 17 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:13049PEN

Massima

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Il reato di falso in scrittura privata, previsto dall'articolo 485 del codice penale, è stato abrogato dal legislatore. Pertanto, il fatto non può più essere considerato reato, in ossequio al principio di legalità che impone la tassatività delle fattispecie penali. Di conseguenza, l'imputato deve essere assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole. Ciò vale anche per le statuizioni civili, che devono essere annullate, in quanto accessorie al reato ormai depenalizzato. Il giudice, nel pronunciare l'assoluzione, non può più valutare la sussistenza del fatto e la responsabilità dell'imputato, essendo precluso ogni accertamento nel merito. La decisione di assoluzione, pertanto, si fonda esclusivamente sulla sopravvenuta abrogazione della norma incriminatrice, senza alcuna valutazione nel merito della vicenda concreta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo A. - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
nei confronti di:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/05/2016 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPUTO;
Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. L. Orsi, che ha concluso per l'inammissibilita&…

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