Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44105 del 4 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:44105PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Le minacce di morte o di gravi lesioni fisiche, anche se pronunciate in un contesto di conflittualità pregressa tra le parti, integrano il reato di minaccia grave ai sensi dell'art. 612 c.p. e non possono essere ricondotte alla particolare tenuità del fatto di cui all'art. 34 d.lgs. 274/2000, in quanto idonee a turbare gravemente la tranquillità della persona offesa, a prescindere dalla differenza di età o di forza fisica tra i soggetti coinvolti. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità della persona offesa e la gravità della minaccia, può fare legittimo riferimento, per relationem, alle motivazioni già esposte dal primo giudice, senza necessità di ripetere integralmente l'argomentazione, quando le censure dell'imputato non evidenziano vizi logici o giuridici nel percorso motivazionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/03/2017 del TRIBUNALE di RAGUSA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANTONIO SETTEMBRE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ORSI LUIGI che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore, avv. (OMISSIS), che si riporta ai motivi
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Ragusa ha, con la sentenza impugna…

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