Consiglio di Stato sentenza n. 696 del 2003

ECLI:IT:CDS:2003:696SENT

Massima

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Il manufatto prefabbricato, seppur amovibile, che comporta una apprezzabile e stabile trasformazione del territorio, anche in relazione alla sua qualificazione giuridica, è soggetto all'obbligo di concessione edilizia, a prescindere dalla precarietà strutturale, ove sia destinato a un'utilizzazione perdurante nel tempo. L'Amministrazione può pertanto legittimamente ordinare la rimozione di un siffatto manufatto realizzato senza il prescritto titolo edilizio, anche in presenza di un'autorizzazione commerciale per l'attività svolta, in quanto l'occupazione di suolo pubblico destinato a parcheggio con una struttura stabile e permanente eccede i limiti dell'autorizzazione commerciale e incide sulla destinazione urbanistica dell'area. Il parere del dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale, previsto dalla legge regionale, si ritiene comunque assolto ove risulti che l'Amministrazione abbia acquisito relazioni tecniche che attestino l'inedificabilità assoluta dell'area interessata. L'assegnazione di un termine ridotto per la rimozione non inficia la legittimità dell'ordine, essendo comunque preclusa fino alla scadenza del novantesimo giorno l'acquisizione gratuita del manufatto abusivo.

Sentenza completa

FATTO
1. Il sig. Antonio Cassano è titolare di autorizzazione amministrativa per la vendita di oggettistica religiosa su banco mobile in v.le Padre Pio, p.le Anfiteatro, nel Comune di S. Giovanni Rotondo.
Al fine di ottenere una più agevole esplicazione della sua attività commerciale, debitamente autorizzata, il Cassano, al pari di molti suoi colleghi, installava un chiosco prefabbricato nell'area di posteggio assegnatagli, e questo comportava l'adozione, da parte del Commissario straordinario prefettizio, prima di un'ordinanza di sospensione immediata dei lavori (n. 333 del 7 novembre 1995), poi di un'ordinanza di rimozione del chiosco abusivamente realizzato e di ripristino dello stato dei luoghi (n. 106 del 20 giugno 1996).
2. L'appellante insorgeva dinanzi al TAR Puglia avverso entrambi i menzionati provvedimenti, deducendo quattro diversi profili di doglianza, relativi a vizi di violazione di legge e di eccesso di potere.
3. Il Tribunale am…

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