Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33117 del 5 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:33117PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel procedimento di applicazione di una misura di prevenzione personale, è tenuto a motivare in modo adeguato e specifico le ragioni per le quali ritiene il soggetto socialmente pericoloso, indicando in modo chiaro e dettagliato gli elementi concreti e specifici posti a fondamento del giudizio di pericolosità sociale, senza poter dedurre tale pericolosità da meri elementi generici o da precedenti penali in relazione ai quali il soggetto sia stato assolto. La motivazione del provvedimento deve essere logica, coerente e completa, in modo da rendere comprensibile il percorso argomentativo seguito dal giudice per giungere alla decisione di applicare la misura di prevenzione, non essendo sufficiente una motivazione meramente apparente o priva dei requisiti minimi di logicità e completezza. In sede di legittimità, il sindacato della Corte di Cassazione sulla motivazione del provvedimento di prevenzione è limitato ai soli casi in cui la stessa sia del tutto carente o presenti gravi vizi tali da renderla inesistente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SI. MA. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 192/2009 CORTE APPELLO di BARI, del 03/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis))O CAIAZZO;

lette le conclusioni del PG, Dott. IZZO G., che ha chiesto rigettarsi il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con provvedimento in data 3.2.2011 la Corte di appello di Bari rigettava l'appello proposto nell'interesse di SI. MA. avente per oggetto il decreto…

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