Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8315 del 24 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:8315PEN

Massima

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Il reato di violenza privata (art. 393 c.p.) si configura quando la minaccia, anche se condizionata al mancato compimento di una determinata azione, è idonea a turbare concretamente la libertà di determinazione della persona offesa, incidendo sulla sua sfera psichica e inducendola ad agire contro la propria volontà. La minaccia deve essere seria, determinata e tale da ingenerare nella vittima un fondato timore di subire un danno ingiusto, senza che rilevi la circostanza che l'agente abbia inteso prevenire ulteriori arbitri. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la minaccia sia seguita dall'effettiva realizzazione dell'azione prospettata, essendo sufficiente che essa abbia raggiunto il suo scopo di condizionare la libertà di autodeterminazione della persona offesa. Il reato di violenza privata si consuma nel momento in cui la minaccia raggiunge il suo scopo di turbare la libertà psichica della vittima, senza che sia rilevante l'eventuale desistenza volontaria dell'agente dall'azione prospettata, che al più potrebbe integrare il tentativo. L'apprezzamento della concreta idoneità della minaccia a incidere sulla libertà di determinazione della persona offesa rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi logici o contraddittorietà manifeste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 765/2013 CORTE APPELLO di CATANIA, del 17/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto;

udito il difensore avv. (OMISSIS) per l'accoglimento.

CONSIDERATO IN FATTO

1. La Corte d'ap…

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