Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11526 del 9 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:11526PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere desunta da una pluralità di elementi indiziari, quali la conoscenza di episodi criminosi e informazioni riservate sulla cosca, il compimento di atti di collaborazione e assistenza ai membri del sodalizio, nonché la consapevolezza e la volontà di contribuire alle attività illecite dell'organizzazione. Tali elementi, valutati nel loro complesso, possono integrare i gravi indizi di colpevolezza necessari per l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in presenza di un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato associativo, anche in assenza di una formale affiliazione o di una posizione apicale all'interno dell'associazione. La sussistenza delle esigenze cautelari è presunta per il delitto di associazione mafiosa, salvo che l'indagato non abbia reciso i legami con l'organizzazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. COSCIONI Giusepp - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 479/2016 in data 26/07/2016 del Tribunale della Liberta' di LECCE in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. BIRRITTERI Luigi che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibi…

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