Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38112 del 28 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38112PEN

Massima

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Il maltrattamento in famiglia, anche se non accompagnato da lesioni fisiche gravi, integra il reato di cui all'art. 572 c.p. quando si concretizza in un perdurante regime di umiliazioni, vessazioni e violenze psicologiche, tali da cagionare un perdurante stato di sofferenza e di assoggettamento morale della vittima. La condotta del maltrattante non perde la sua rilevanza penale per il solo fatto che il rapporto coniugale sia cessato, essendo il reato configurabile per l'intera durata del vincolo familiare, fino alla sua effettiva cessazione. La testimonianza diretta della persona offesa, se ritenuta attendibile dal giudice di merito, può costituire prova sufficiente ai fini della condanna, anche in assenza di riscontri esterni, purché sorretta da adeguata motivazione. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova, non sindacabile in sede di legittimità se sorretta da logica e coerente motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DO. Be. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catania 13 febbraio 2008 n. 381.

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. Vittorio MARTUSCIELLO, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Sentiti i difensori, avv. DE CAROLIS VILLARS Oliviero, sost. proc. dell'avv. ((…

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