Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 20849 del 15 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:20849PEN

Massima

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Il possesso e la coltivazione di una vasta piantagione di canapa indiana, realizzata con modalità professionali e in concorso con più soggetti, integra gravi indizi di colpevolezza per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti, legittimando l'adozione della misura cautelare della custodia in carcere. Ai fini della valutazione della sussistenza del requisito del "domicilio" o della "privata dimora", ai sensi degli artt. 14 Cost. e 266 c.p.p., non è sufficiente la mera proprietà del fondo in cui è stata realizzata la piantagione, essendo necessario che il luogo presenti caratteristiche di stabilità, esclusività e riservatezza nell'utilizzo da parte del titolare, tali da renderlo inaccessibile a terzi senza il suo consenso. Pertanto, le videoriprese effettuate dalla polizia giudiziaria in un'area agricola aperta e accessibile a chiunque, anche se di proprietà privata, non rientrano nella nozione di domicilio e possono essere legittimamente acquisite e utilizzate come prova atipica ai sensi dell'art. 189 c.p.p. L'aggravante dell'ingente quantità di sostanze stupefacenti coltivate può essere riconosciuta sulla base delle dimensioni e della tipologia della piantagione, senza necessità di specifici accertamenti di laboratorio sul contenuto di THC, atteso che in sede cautelare è sufficiente la sola gravità degli indizi di colpevolezza, senza i requisiti di precisione e concordanza richiesti per il giudizio di merito. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., comma 1, lett. c), il pericolo di recidiva può ritenersi attuale sulla base di una valutazione prognostica fondata su elementi concreti desunti dall'analisi della personalità dell'indagato e delle sue condizioni di vita, senza necessità di individuare una specifica occasione per la commissione di nuovi reati, essendo sufficiente la probabilità di una ricaduta delinquenziale prossima all'epoca di applicazione della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. TORNESI ((omissis)) - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. BRUNO Maria R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 29/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIAROSARIA BRUNO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. CENICCOLA ELISABETTA che conclude per l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata in riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 80 e per il rigetto nel resto.
E' present…

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