Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26498 del 12 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26498PEN

Massima

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Il delitto di minaccia è assorbito nel reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) quando le minacce siano state poste in essere nel medesimo contesto temporale e fattuale integrante la condotta di stalking. Tuttavia, l'azione penale per il reato di minaccia può essere validamente esercitata prima dell'esercizio dell'azione per il delitto di atti persecutori, non operando in tal caso il divieto di bis in idem, in quanto il pubblico ministero non ha ancora consumato il proprio potere di azione. Ai fini della configurabilità del reato di minaccia, le espressioni attribuite all'imputato devono avere avuto una forza intimidatoria tale da limitare concretamente la libertà psichica della persona offesa, a prescindere dal contesto di conflittualità tra vicini in cui siano state pronunciate. L'elemento soggettivo del reato di minaccia è integrato anche dalla mera prospettazione di un male ingiusto, senza che sia necessario accertare uno stato di esasperazione o di particolare tensione emotiva dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/09/2019 della TRIBUNALE DI MARSALA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCOLINI GIOVANNI
uditi in pubblica udienza il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dr. GIOVANNI DI LEO, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso, e, per il ricorrente, l'avvocato (OMISSIS) che insiste nell'accogliment…

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