Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36876 del 21 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:36876PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., si consuma nel momento in cui il soggetto entra a far parte dell'organizzazione criminale, senza che sia necessario il compimento di specifici atti esecutivi della condotta illecita programmata, poiché, trattandosi di reato di pericolo presunto, per integrare l'offesa all'ordine pubblico è sufficiente la dichiarata adesione al sodalizio con la messa a disposizione, in quanto idonea ad accrescere, per ciò solo, la potenziale capacità operativa ed intimidatoria dell'associazione criminale. La forza di intimidazione che caratterizza il vincolo associativo non deve necessariamente essere esternata attraverso specifici atti di minaccia e violenza, potendosi desumere anche dal compimento di atti soltanto evocativi dell'esistenza attuale, della fama negativa e del prestigio criminale dell'associazione, ovvero da altre circostanze obiettive, idonee a dimostrare la capacità attuale del sodalizio, o di coloro che ad esso si richiamano, di incutere timore ovvero dalla generale percezione che la collettività abbia dell'efficienza del gruppo criminale nell'esercizio della coercizione fisica, posto che la violenza e la minaccia rivestono natura strumentale rispetto alla forza di intimidazione e ne costituiscono un accessorio eventuale, sotteso, diffuso e percepibile. Ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, è sufficiente qualunque elemento probatorio, idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato in ordine ai reati addebitatigli, non essendo necessario il rispetto dei criteri di precisione e concordanza degli indizi richiesti per il giudizio di merito. La motivazione del provvedimento che dispone una misura coercitiva è censurabile solo quando sia priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e logicità al punto da risultare meramente apparente o assolutamente inidonea a rendere comprensibile la logica seguita dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro in funzione di riesame in data 21/01/2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. B. Calaselice;
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Temperi L., che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udita la difesa, nella persona degli Avv.ti (OMISSIS), e (OMISSIS), che hanno conclu…

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