Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33338 del 8 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:33338PEN

Massima

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Il concorso nel reato di ricettazione non può essere desunto dalla mera circostanza che l'imputato si trovasse a bordo di un veicolo di provenienza illecita, in assenza di elementi probatori specifici circa la sua partecipazione, materiale o morale, alla commissione del reato. Il giudice non può fondare la responsabilità per ricettazione sulla sola presunzione che l'imputato, in ragione delle condizioni socio-economiche della persona in possesso del bene, dovesse essere consapevole della sua provenienza delittuosa. È necessario che emergano prove concrete circa il contributo causale dell'imputato alla realizzazione del reato di ricettazione, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo, non essendo sufficiente la mera adesione psicologica successiva alla consumazione del reato. In mancanza di tali elementi, la condanna per ricettazione risulta priva di adeguata motivazione e deve essere annullata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. OT. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2421/2010 CORTE APPELLO di MILANO, del 01/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Volpe Giuseppe, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Saler…

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