Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31299 del 17 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:31299PEN

Massima

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La condotta arbitraria del pubblico ufficiale, ai fini dell'applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 393-bis c.p., deve eccedere i limiti delle sue attribuzioni e risultare improntata a malanimo, capriccio, sopruso e prepotenza nei confronti del privato, configurando un'attività ingiustamente persecutoria che fuoriesca del tutto dalle ordinarie modalità di esplicazione dell'azione di controllo e prevenzione demandatagli. Pertanto, il mero eccesso dai limiti delle attribuzioni del pubblico ufficiale non è sufficiente, essendo altresì necessario che il suo comportamento si connoti per l'intento di arrecare un ingiusto danno al privato, al di là delle finalità istituzionali dell'azione di controllo e prevenzione. La valutazione circa la sussistenza di tali requisiti è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui giudizio non può essere sindacato in sede di legittimità se adeguatamente motivato e scevro da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6277/13 della Corte d'Appello di Milano del 16/10/2013;

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto PG, Dott. Angelillis C., che ha concluso per l'inammissibilita';

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere, Dott. ((omissis));

udito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l…

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