Cassazione penale Sez. V sentenza n. 52082 del 15 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:52082PEN

Massima

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Il linguaggio volgare e offensivo, anche se divenuto di uso corrente in determinati ambienti, mantiene la sua obiettiva capacità di ledere il prestigio e l'onorabilità della persona offesa, integrando gli estremi del reato di ingiuria, a prescindere dalla condizione sociale o dal contesto in cui è stato proferito. La consuetudine all'utilizzo di espressioni offensive non esclude la rilevanza penale di tali condotte, in quanto la pubblica amministrazione e i suoi rappresentanti devono essere tutelati da attacchi che, pur essendo comuni in determinati contesti, risultano comunque idonei a compromettere la loro immagine e il decoro. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di ingiuria, deve pertanto prescindere dalla diffusione di un linguaggio scurrile o denigratorio in specifici ambienti sociali, concentrandosi sull'oggettiva capacità lesiva delle espressioni utilizzate nei confronti della persona offesa, a tutela del buon andamento e del prestigio della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvan - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI P - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 197/2013 GIUDICE DI PACE di ANCONA, del 14/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. Pietro Gaeta, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS), imputato dei r…

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