Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10048 del 13 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10048PEN

Massima

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La contestazione di una circostanza aggravante non richiede la specifica indicazione della norma che la prevede, essendo sufficiente la precisa enunciazione "in fatto" della stessa, affinché l'imputato possa avere cognizione degli elementi che la integrano. Tuttavia, la circostanza aggravante speciale delle più persone riunite, ai sensi dell'art. 629, comma 2, in relazione all'art. 628, comma 3, n. 1, c.p., richiede la simultanea presenza di non meno di due persone nel luogo ed al momento di realizzazione della violenza o della minaccia, eventualità che, se non risulta espressamente contestata nel capo di imputazione, non può essere ritenuta ai fini della determinazione del termine prescrizionale. In tali casi, il giudice di merito correttamente valuta il reato estinto per prescrizione computando i termini avendo riguardo al delitto non aggravato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI L'AQUILA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/01/2019 del TRIBUNALE di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. AIELLI LUCIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CENICCOLA ELISABETTA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
PREMESSO IN FATTO
Il …

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