Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19063 del 18 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19063PEN

Massima

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Il delitto di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. richiede che l'agente abbia consapevolezza dell'atto di ufficio che il pubblico ufficiale stia compiendo al momento della condotta violenta o minacciosa, essendo necessario accertare non solo la qualifica soggettiva della persona offesa, ma anche l'oggettiva finalità pubblica dell'intervento, in modo che la condotta dell'imputato risulti diretta a impedire o ostacolare l'esercizio di una specifica attività istituzionale. Pertanto, la mera proclamazione della qualità di pubblico ufficiale da parte della persona offesa, in assenza di una chiara individuazione dell'atto di ufficio in corso, non è sufficiente a configurare il delitto di resistenza, potendo la condotta dell'imputato essere diversamente qualificata, ad esempio come lesioni personali. Il giudice di merito, in sede di rinvio, dovrà quindi accertare con precisione quale fosse l'atto di ufficio che i pubblici ufficiali stavano compiendo al momento dell'aggressione, al fine di verificare la sussistenza dell'elemento oggettivo del reato di resistenza, oltre all'elemento soggettivo della consapevolezza dell'imputato circa la natura pubblica dell'intervento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso la sentenza del 21 maggio 2010 della Corte di Appello di Trento;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. RIELLO Luigi che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza in…

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