Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19064 del 18 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19064PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, per ragione del suo ufficio o servizio, abbia il possesso o la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, integra il delitto di peculato se se ne appropria, anche temporaneamente, atteggiandosi uti dominus nei confronti di tali beni e interrompendo la relazione funzionale tra il bene e il suo legittimo proprietario, senza che rilevi la modalità di conservazione del denaro o la mancanza di prova dell'effettivo impossessamento o del transito in un suo conto bancario. Ciò in quanto il peculato si perfeziona nel momento in cui il pubblico ufficiale riscuote il denaro e se ne appropria, anche temporaneamente, atteso che tale denaro, attraverso la consegna al suo rappresentante, entra immediatamente a far parte del patrimonio della pubblica amministrazione e non già di quello del funzionario che lo ha riscosso, il quale pertanto non ne acquista in nessun modo la proprietà con contestuale insorgenza di un debito pecuniario nei confronti del predetto ente pubblico. Pertanto, non integra il diverso reato di abuso d'ufficio la condotta del pubblico ufficiale che si sia appropriato indebitamente di denaro o di altra cosa mobile altrui di cui aveva il possesso per ragione del suo ufficio o servizio, in quanto tale condotta realizza la fattispecie del peculato e non quella dell'abuso d'ufficio, che presuppone l'indebito uso del bene senza che ne consegua la perdita dello stesso e la lesione patrimoniale a danno dell'avente diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso la sentenza del 25 marzo 2010 della Corte di Appello di Trieste;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. RIELLO Luigi che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore, avv.to (OMISSIS), che ha concluso chi…

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