Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40060 del 30 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:40060PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si caratterizza per la capacità dell'associazione di proiettarsi verso l'esterno, di radicarsi nel territorio in cui opera e di determinare un diffuso assoggettamento e omertà nella collettività insediata nell'area di operatività del sodalizio, in virtù della forza intimidatrice e della conseguente capacità di incutere timore e indurre soggezione. Pertanto, affinché si configuri il reato di associazione mafiosa, è necessario che il gruppo abbia conseguito nell'ambiente circostante una reale capacità di intimidazione e che si avvalga di tale forza, nella quale consiste il metodo mafioso di realizzazione del programma criminoso del sodalizio. Tale capacità intimidatrice deve essere percepibile e percepita all'esterno, anche in assenza del suo attuale esercizio, potendo manifestarsi anche nel controllo di determinati settori di attività economica. La partecipazione all'associazione mafiosa non richiede necessariamente la commissione di reati-fine, essendo sufficiente un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale l'agente "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini illeciti. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p., è prevalente rispetto alla norma generale stabilita dall'art. 274 c.p.p., sicché se il titolo cautelare riguarda i reati previsti dall'art. 275 comma 3 c.p.p., detta presunzione fa ritenere sussistente, salvo prova contraria, i caratteri di attualità e concretezza del pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/02/2019 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere TUDINO ALESSANDRINA;
lette/sentite le conclusioni del PG PERLA LORI;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto.
udito il difensore;
L'Avv. (OMISSIS) insiste nell'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale di Roma ha rigettato le istanze di riesame proposte da (OMISSIS) e…

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