Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24324 del 10 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24324PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di sfruttamento della prostituzione può essere legittimamente fondata sulle dichiarazioni delle persone offese, anche in assenza di riscontri esterni, purché tali dichiarazioni siano coerenti, prive di contraddizioni intrinseche ed estrinseche, e trovino conferma nel complessivo quadro probatorio. La determinazione della pena, nel rispetto del minimo edittale, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale deve motivare adeguatamente l'eventuale discostamento dal minimo, tenendo conto della gravità del fatto e della condotta dell'imputato. L'applicazione congiunta dell'aggravante speciale per il numero delle vittime e della continuazione tra i reati non determina un'indebita duplicazione della sanzione, in quanto la continuazione fa riferimento alla pluralità di episodi e non alla pluralità di persone offese.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - rel. Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS) imputato Legge n. 75 del 1958, articolo 3, n. 8 e articolo 4, Legge n. 897 del 1967, articoli 4 e 7;

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano dell'8.3.13;

Sentita la relazione del cons. Guicla Mulliri;

Sentito il P.M., nella persona del P.G. dr. POLICASTRO Aldo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato - Il ricorrente e' stato accusato di avere, p…

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