Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17747 del 27 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17747PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita distrae beni sociali, sottraendoli alla garanzia patrimoniale dei creditori, senza essere in grado di giustificarne la destinazione. Tuttavia, l'accertamento di tale condotta non può prescindere dalla valutazione complessiva della situazione patrimoniale della società, non essendo sufficiente la mera constatazione della mancata indicazione dei soggetti a cui sarebbero stati ceduti i beni distratti. Inoltre, la prova della distrazione non può essere richiesta in modo rigoroso laddove la documentazione contabile e fiscale risulti carente o lacunosa, essendo in tali casi legittimo il ricorso a fonti di prova indirette. Infine, il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si prescrive decorso un determinato lasso temporale dalla dichiarazione di fallimento, salvo che non ricorrano circostanze eccezionali che ne impediscano l'accertamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) IN. MI. n. il (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26 giugno 2008 della CORTE APPELLO di BARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO Raffaello;

Udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione del reato.

MOTIVI DELLA DECISI…

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