Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione della credibilità e attendibilità della persona offesa in un reato di diffamazione a mezzo stampa non può essere fondata su considerazioni generiche e contraddittorie, ma richiede una motivazione "rinforzata" da parte del giudice di appello che, in caso di riforma della sentenza di condanna di primo grado, è tenuto a esaminare in modo esaustivo e puntuale tutti gli elementi probatori addotti dalla persona offesa, confrontandosi specificamente con le argomentazioni poste a sostegno della sua narrazione, anche in relazione a episodi e circostanze concrete che possano aver determinato il riconoscimento della stessa da parte di terzi. L'omessa o insufficiente valutazione di tali elementi integra un vizio di motivazione che comporta l'annullamento della sentenza con rinvio al giudice civile competente per il nuovo esame della questione risarcitoria.