Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25110 del 22 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25110PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è tenuto a verificare la congruità e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, senza poter riesaminare nel merito gli elementi probatori, ma limitandosi a controllare che la valutazione degli stessi sia stata effettuata in conformità ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie. Pertanto, ove il giudice di merito abbia adeguatamente rappresentato, in modo logico e corretto, la gravità del quadro indiziario a carico dell'indagato, fondandosi su dichiarazioni accusatorie di collaboratori di giustizia, riscontrate da servizi di appostamento e intercettazioni, il ricorso per cassazione deve essere respinto, essendo precluso al giudice di legittimità un nuovo esame degli elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. ER. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 759/2010 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 26/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza 26/10/10 il Tribunale di Lecce rigettava la richiesta di riesame di Pe. Er. Gi. avverso l'ordinanza …

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