Cassazione penale Sez. III sentenza n. 2253 del 20 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:2253PEN

Massima

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Il giudice può concedere l'attenuante speciale prevista dall'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990 anche in misura inferiore al massimo, senza l'obbligo di una specifica motivazione, purché la pena complessivamente irrogata risulti congrua rispetto alle esigenze di individualizzazione della sanzione, in relazione alla gravità del reato e alla personalità dell'imputato. La graduazione della pena, anche con riferimento alle circostanze attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale la esercita in aderenza ai principi di cui agli artt. 132 e 133 c.p., sicché è inammissibile la censura che, in sede di legittimità, miri a una nuova valutazione della congruità della pena. Analogamente, il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche ex art. 62-bis c.p. non è sindacabile in cassazione, se adeguatamente motivato dal giudice di merito sulla base degli elementi di fatto rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/06/2019 dalla Corte d'appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore, avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 28 giugno 2019, la Corte d'appello di Ba…

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