La Commissione elettorale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, dopo l'ammissione delle candidature e lo svolgimento delle operazioni di voto, può procedere alla verifica dell'eleggibilità dei candidati eletti, anche in deroga a precedenti provvedimenti cautelari di riammissione delle candidature, purché tale verifica sia effettuata in modo imparziale e nel rispetto del principio del contraddittorio, senza che ciò comporti una violazione del favor voti o dell'integrità del procedimento elettorale. Tuttavia, la Commissione elettorale è tenuta a dichiarare ineleggibili i candidati che non soddisfano i requisiti di eleggibilità previsti dalla legge, in particolare il divieto di terzo mandato consecutivo, senza poter derogare a tale divieto sulla base di interpretazioni estensive o di considerazioni di opportunità. Inoltre, la Commissione elettorale deve astenersi dalla partecipazione alle proprie deliberazioni in caso di conflitto di interessi, anche solo potenziale, dei suoi componenti, al fine di garantire l'imparzialità e la correttezza del procedimento elettorale. L'annullamento, da parte del Consiglio Nazionale Forense, delle deliberazioni della Commissione elettorale affette da vizi procedimentali o di merito, comporta la necessità di rinnovare le operazioni elettorali a partire dalla fase successiva alla presentazione delle candidature, affidando la valutazione delle stesse a una Commissione in diversa composizione.