Il ricorso amministrativo è dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente, in applicazione del principio di diritto affermato dall'Adunanza Plenaria n. 25/2012, in base al quale la dichiarazione di carenza di interesse alla prosecuzione/trattazione del contenzioso da parte del procuratore della parte ricorrente comporta la declaratoria di improcedibilità del ricorso ai sensi dell'art. 35, comma 1, lett. c), del codice del processo amministrativo. Tale principio si fonda sulla considerazione che, una volta venuto meno l'interesse sostanziale della parte all'annullamento dell'atto impugnato, il processo amministrativo perde la sua ragion d'essere e deve essere dichiarato improcedibile, indipendentemente dalle ragioni che hanno determinato il venir meno dell'interesse. La declaratoria di improcedibilità per sopravvenuto difetto di interesse, pertanto, costituisce l'unica pronuncia possibile in presenza della dichiarazione di carenza di interesse da parte del procuratore della parte ricorrente, in quanto l'ordinamento non consente di proseguire un giudizio in assenza di un interesse sostanziale della parte all'annullamento dell'atto impugnato. Le spese di giudizio sono compensate, in considerazione della definizione in rito della controversia.