Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42077 del 2 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42077PEN

Massima

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Il giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti e aggravanti rientra nell'ampio potere discrezionale del giudice, il quale è tenuto a motivare in modo chiaro e logico le ragioni per cui ritiene le attenuanti equivalenti o prevalenti rispetto alle aggravanti, senza l'obbligo di esaminare tutti gli elementi prospettati dalle parti, essendo sufficiente che dia rilievo a quelli ritenuti decisivi per la determinazione della pena. Il giudizio di comparazione deve essere improntato a una valutazione complessiva del fatto, considerando la particolare personalità del reo sotto tutti gli aspetti rilevanti ai sensi dell'art. 133 c.p., al fine di garantire il principio di proporzionalità tra reato e sanzione. Pertanto, il giudice può ritenere le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti e alla recidiva, pur avendo precedentemente concesso tali attenuanti, purché fornisca una motivazione sintetica ma adeguata, che dia conto degli elementi essenziali posti a fondamento del proprio convincimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

IS. AL. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 27/03/2009 della Corte di Appello di Brescia;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine ha concluso per il rigetto;

Udito il difensore avv.to ((omissis)) in sostituzione dell'avv.to ((omissis)).

FATT…

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