Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili è legittimo quando sussistono gravi indizi di reato e il pericolo che la libera disponibilità dei beni possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri reati. Il giudice deve motivare adeguatamente la sussistenza del fumus commissi delicti, valutando gli elementi indiziari raccolti, come le risultanze fotografiche e GPS, l'assenza di autorizzazioni per l'attività svolta, la presenza di mezzi e attrezzature per il taglio e il trasporto del legname, nonché le dichiarazioni di testimoni diretti. Inoltre, il giudice deve motivare il periculum in mora, spiegando il nesso strumentale tra i beni sottoposti a sequestro e i reati contestati, in base alla loro collocazione nei luoghi di commissione dei fatti. Il sindacato di legittimità della Corte di cassazione è limitato alla verifica della motivazione, che non deve essere meramente apparente o del tutto mancante, ma deve rispettare i requisiti di coerenza, completezza e ragionevolezza, tali da rendere comprensibile l'iter logico seguito dal giudice.