Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12303 del 16 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:12303PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione dei termini di custodia cautelare prevista dall'art. 297, comma 3, c.p.p. opera solo quando i fatti oggetto delle diverse ordinanze cautelari sono desumibili dagli atti prima del rinvio a giudizio per il fatto o i fatti oggetto della prima ordinanza. Pertanto, tale retrodatazione non può essere applicata quando gli elementi di accusa relativi al delitto associativo, contestato in una seconda ordinanza cautelare, sono stati acquisiti in epoca successiva all'emissione della prima ordinanza cautelare per un diverso reato. Inoltre, la richiesta di inefficacia della seconda misura cautelare per decorrenza dei termini, fondata sulla retrodatazione, è inammissibile se avanzata nel corso del giudizio di primo grado, in quanto tale regola non opera per i termini della custodia cautelare nella fase dibattimentale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/05/2017 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO APRILE;
sentite le conclusioni del PG Dr. LOY MARIA FRANCESCA che chiede il rigetto del ricorso.
Udito il difensore avvocato (OMISSIS) del foro di Vibo Valentia che conclude chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Catanzaro, in funzione di tribunale del ries…

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