Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 180 del 4 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:180PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, relativa all'aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. (associazione di tipo mafioso), può essere riconosciuta solo quando vi sia la prova che l'autore del reato si sia effettivamente avvalso del metodo mafioso e del contesto di operatività di un'organizzazione criminale di tipo mafioso, in modo tale da conferire alla condotta una capacità di coercizione della volontà della persona offesa maggiore e più penetrante rispetto a quella propria di una fattispecie estortiva comune. A tal fine, è necessario verificare non solo il profilo oggettivo della condotta, ma anche quello soggettivo, accertando che l'autore del reato si sia rappresentato e abbia voluto agire avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. Pertanto, la mera appartenenza dell'autore a un'organizzazione mafiosa non è sufficiente, essendo altresì necessario che egli abbia agito consapevolmente e intenzionalmente in quel contesto criminale per realizzare la condotta estorsiva. Inoltre, il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della custodia cautelare in carcere, deve essere valutato in concreto sulla base di un giudizio prognostico che tenga conto della gravità della condotta e della personalità dell'indagato, senza che sia necessaria la previsione di una "specifica occasione" per delinquere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/05/2018 del Tribunale di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Laura Scalia;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. TAMPIERI Luca, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Milano con ordinanza in data 14 maggio 2018, decidendo in sede di riesame su annullamento della Cort…

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