Cassazione penale Sez. III sentenza n. 39424 del 24 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39424PEN

Massima

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La retrodatazione della custodia cautelare in carcere può essere riconosciuta solo quando, al momento dell'emissione della prima ordinanza, gli elementi che hanno legittimato l'adozione delle successive misure cautelari erano già desumibili dagli atti, non essendo sufficiente la mera conoscenza dei fatti costituenti il reato. Pertanto, la retrodatazione non è giustificata quando la seconda ordinanza cautelare si basa su elementi probatori acquisiti successivamente alla prima, come intercettazioni telefoniche, ambientali e altre attività investigative, ovvero quando il reato contestato presenta carattere permanente e la sua consumazione si è protratta oltre l'emissione della prima misura cautelare. In tali ipotesi, la ratio dell'istituto della retrodatazione, volta a evitare artificiose diluizioni del regime cautelare, non trova applicazione, essendo necessario valutare la concreta configurabilità dei presupposti cautelari al momento di adozione di ciascuna ordinanza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Presidente

Dott. FIALE Aldo - rel. Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 5.7.2012 del Tribunale per il riesame di Catania;

Visti gli atti, la ordinanza impugnata ed il ricorso;

Udita, in camera di consiglio, la relazione fatta dal Consigliere Dott. FIALE Aldo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, Dott. GAETA Pietro, il quale ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale di Catania, con ordinanza de…

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