Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46277 del 28 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:46277PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare le istanze di misure alternative alla detenzione, deve accertare la sussistenza di concreti e tangibili segnali di ravvedimento e di un effettivo percorso di revisione critica della propria condotta delinquenziale da parte del condannato, tenendo conto del suo curriculum criminale, della gravità dei reati commessi e della valutazione prognostica circa il rischio di recidiva. Ove tali elementi non emergano, il giudice è legittimato a negare l'accesso alle misure alternative, in quanto la detenzione domiciliare o l'affidamento in prova al servizio sociale risulterebbero inadeguati a garantire la piena risocializzazione del soggetto e a scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati. La motivazione del provvedimento di rigetto, sorretta da argomentazioni congrue e immune da illogicità, rientra nell'ambito della plausibile opinabilità di apprezzamento e valutazione del giudice di merito e, pertanto, è sottratta al sindacato di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 24 novembre 2011 - Tribunale di Sorveglianza di Palermo;

sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));

lette le conclusioni scritte del rappresentante del Pubblico Ministero, sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, che ha chiesto il rigetto del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

RITENUTO …

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