Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33757 del 30 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:33757PEN

Massima

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La pericolosità sociale di un soggetto indiziato di appartenenza ad associazione di tipo mafioso può essere desunta da elementi concreti e oggettivi, quali la persistenza di contatti e frequentazioni con esponenti del sodalizio criminoso anche in epoca successiva all'accertamento penale, in assenza di inequivoci segnali di recesso dal vincolo associativo, senza che sia necessaria una specifica motivazione circa l'attualità della pericolosità, essendo sufficiente il perdurare dell'appartenenza al contesto criminale, salvo prova contraria a carico del proposto. Il giudizio di pericolosità sociale non può fondarsi su meri elementi presuntivi, ma deve essere ancorato a circostanze di fatto, oggettivamente valutabili e controllabili, che conducano ad un giudizio di ragionevole probabilità circa l'appartenenza del soggetto al sodalizio criminoso, senza che sia necessaria la certezza di tale appartenenza. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali, deve verificare in concreto la persistenza della pericolosità del proposto, anche in relazione al decorso di un apprezzabile periodo di tempo tra l'accertamento penale e il giudizio di prevenzione, senza poter presumere automaticamente la pericolosità in ragione del pregresso accertamento giudiziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. TADDEI M. B. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. ALMA Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso il decreto n. 103/2014 della Corte d'Appello di Reggio Calabria del 24.10.2014;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Margherita B. Taddei;

lette le richieste del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. GIALANELLA Antonio, che ha concluso per l'annullamento del provvedimento con rinvio.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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