Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6959 del 23 febbraio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:6959PEN

Massima

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Il reato di furto aggravato si configura quando l'agente, al fine di profitto, si impossessa di un bene mobile altrui, sottraendolo a chi lo detiene, anche se la sottrazione avviene in seguito a una richiesta di custodia del bene da parte della vittima. La valutazione della prova testimoniale, anche in relazione all'identificazione dell'autore del reato, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione. Il giudice di merito può legittimamente fondare la propria decisione di condanna anche sulla base di dichiarazioni testimoniali che riferiscano di precedenti penali dell'imputato, purché tali dichiarazioni siano valutate nel contesto complessivo degli elementi di prova e la motivazione risulti congrua e logica. L'eventuale errore o imprecisione del teste in relazione ai dettagli dei precedenti penali dell'imputato non inficia la validità della prova testimoniale, se il nucleo centrale delle dichiarazioni, ovvero l'identificazione dell'autore del reato, risulta attendibile e coerente con gli altri elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/09/2018 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GRAZIA MICCOLI;
letta la requisitoria del Procuratore Generale, in persona della Dott. KATE TASSONE, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 24 settembre 2018 la Corte di Appello di Milano ha, per quanto di interesse in questa sede, confermato la…

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