L'ordine di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di permesso di costruire o in difformità dal titolo abilitativo costituisce un provvedimento vincolato per l'amministrazione, che non richiede una specifica valutazione dell'interesse pubblico né una comparazione con gli interessi privati coinvolti. La possibilità di applicare la sanzione pecuniaria alternativa alla demolizione, prevista dall'art. 34 del Testo Unico Edilizia, deve essere valutata dall'amministrazione nella fase esecutiva del procedimento, successiva all'ordine di demolizione, in cui le parti potranno dedurre in ordine alla situazione di pericolo di stabilità del fabbricato derivante dall'esecuzione della demolizione. L'accertamento della consistenza e qualificazione delle difformità rispetto al titolo edilizio originario, tale da configurare un mutamento delle caratteristiche dell'intervento e della destinazione d'uso, legittima l'applicazione dell'art. 31, comma 2, del Testo Unico Edilizia, che impone l'ordine di demolizione. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità dell'ordine di demolizione, non può entrare nel merito della scelta sanzionatoria, essendo questa rimessa alla discrezionalità dell'amministrazione nella fase esecutiva del procedimento.