La disciplina susseguente e conseguente alla sentenza del 21 luglio 1983, n.. 224 della corte costituzionale - con la quale è stata formalmente dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art.. 512 cod. proc. pen., come sostituito dall'art.. 134 legge 24 novembre 1981, n.. 689, sulle modifiche al sistema penale, nella parte in cui esclude il diritto dell'imputato di proporre appello (ai fini e nei limiti di cui all'art.. 152, secondo comma, cod. proc. pen.), avverso la sentenza del pretore, del tribunale e della corte d'assise che lo abbia prosciolto per estinzione del reato per amnistia o prescrizione - è applicabile anche quando sia stato erroneamente proposto appello, anziché ricorso per cassazione, prima della sentenza della corte costituzionale, ma questa sia intervenuta nelle more del giudizio di impugnazione. (Nella specie il tribunale, ritenuta la conversione del gravame, aveva trasmesso l'appello, proposto dall'imputato avverso la sentenza del pretore, alla suprema corte, ma questa ha ordinato la restituzione degli atti al tribunale, in quanto l'intervenuta decisione della corte costituzionale aveva reso legittimo il mezzo di impugnazione esperito).