Cassazione penale Sez. III sentenza n. 27589 del 15 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:27589PEN

Massima

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Il reato di violenza sessuale di cui all'art. 609-bis c.p. sussiste quando la condotta dell'agente, anche se fugace ed estemporanea, si risolve in un contatto corporeo o in un coinvolgimento della sfera fisica della vittima, ponendo in pericolo la sua libera autodeterminazione nella sfera sessuale, indipendentemente dal grado di intrusione corporale e dal conseguimento della soddisfazione erotica dell'agente. Rientrano nella nozione di "atti sessuali" qualsiasi atto diretto e idoneo a compromettere la libertà della persona attraverso l'eccitazione o il soddisfacimento dell'istinto sessuale dell'agente, come i toccamenti, palpeggiamenti e sfregamenti sulle parti intime della vittima, suscettibili di eccitare la concupiscenza sessuale anche in modo non completo e/o di breve durata. La configurabilità del reato non dipende dall'interpretazione soggettiva del giudicante, ma dalla contestuale presenza di un requisito soggettivo (il fine di concupiscenza) e di un requisito oggettivo (la concreta idoneità della condotta a compromettere la libertà di autodeterminazione sessuale della vittima e a suscitare o soddisfare la brama sessuale dell'agente). Pertanto, il palpeggiamento repentino dei glutei di una persona minore, accompagnato da una proposta esplicita di compiere atti sessuali, integra il reato di violenza sessuale, a prescindere dal conseguimento della soddisfazione erotica dell'agente, in quanto tale condotta è idonea a porre in pericolo la libera autodeterminazione della vittima nella sfera sessuale. La procedibilità d'ufficio del reato di violenza sessuale commesso in danno di persona minore degli anni 14 non è esclusa dalla mancata proposizione di querela, in quanto tale reato è connesso con quello di atti sessuali con minorenne, anch'esso procedibile d'ufficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPO Ernesto - Presidente

Dott. TERESI Alfre - rel. Consigliere

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fr. Lu. , nato a (OMESSO) (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Milano in data 4.11.2009 che, qualificato il reato di cui al capo b) ai sensi degli articoli 56 e 609 bis cod. pen., cosi' modificata l'originaria imputazione di cui agli articolo 56 e 609 quater cod. pen., ha ridotto a complessivi anni due di reclusione la pena infintagli nel giudizio di primo grado anche per i reati di cui agli articoli 609 quater cod. pen., comma 1, …

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