Il giudice dell'udienza preliminare, investito della richiesta di rinvio a giudizio per un reato che richieda la celebrazione dell'udienza preliminare, non può disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero affinché proceda con citazione diretta a giudizio, operando una diversa qualificazione giuridica del fatto. Tale provvedimento è abnorme in quanto determina un'indebita regressione del processo, precludendo al pubblico ministero di insistere sull'originaria imputazione e impedendo il successivo ricorso a contestazioni suppletive. Il giudice, in ogni fase processuale, ha il potere di dare al fatto contestato una diversa definizione o qualificazione giuridica, riconducendolo allo schema legale che gli è proprio, ma deve farlo nel rispetto dei principi e della sequenza procedimentale delineati dalla giurisprudenza, pronunciando una sentenza di non luogo a procedere o procedendo al rinvio a giudizio. È, invece, inibita al giudice la restituzione degli atti al pubblico ministero ai sensi dell'articolo 33-sexies c.p.p., mediante un provvedimento non suscettibile di impugnazione.