Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25170 del 2 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25170PEN

Massima

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Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: Quando nei confronti di un imputato sono emesse in procedimenti diversi più ordinanze cautelari per fatti diversi in relazione ai quali esiste una connessione qualificata, la retrodatazione prevista dall'art. 297, comma 3, c.p.p. opera per i fatti desumibili dagli atti prima del rinvio a giudizio nel procedimento in cui è stata emessa la prima ordinanza. Tuttavia, tale retrodatazione non può essere applicata qualora il quadro indiziario posto a fondamento della seconda ordinanza cautelare non fosse ancora completo al momento dell'esecuzione e del rinvio a giudizio per i fatti contestati con la prima ordinanza. In tal caso, infatti, la "desumibilità dagli atti" non può identificarsi nella mera conoscenza o conoscibilità di determinati fatti, ma dipende dalla progressiva acquisizione di notizie riguardanti plurimi fatti che consentano al pubblico ministero un apprezzamento della gravità degli indizi e di richiedere la misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. SE. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 8874/2009 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 17/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il ricorrente impugna la ordinanza in epigrafe indicata con la quale e' stata confermato il provvedimento di rigetto di della…

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