Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 10125 del 16 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10125PEN

Massima

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Il possesso della refurtiva, in assenza di giustificazioni plausibili da parte dell'imputato, costituisce prova sufficiente della conoscenza della provenienza illecita del bene e integra il delitto di ricettazione, anche in mancanza di elementi probatori diretti circa la commissione del reato presupposto. Il giudice, nel valutare le risultanze processuali, deve tenere conto di tutti gli indizi a disposizione, come la compatibilità fisionomica tra l'imputato e la persona ripresa dalle telecamere, la prossimità temporale e spaziale tra il furto e il rinvenimento del bene, nonché il silenzio serbato dall'imputato, senza poter ricorrere a mere congetture per escludere la responsabilità. Ove non sia possibile affermare la sussistenza del reato di furto, il giudice è comunque tenuto a valutare la riqualificazione del fatto nella fattispecie di ricettazione, in applicazione del principio di tassatività e tipicità delle norme penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CIAMPI ((omissis)) - Presidente

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. TANGA ((omissis)) - Consigliere

Dott. BRUNO Mariarosari - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE presso CORTE APPELLO di TORINO;
avverso la sentenza del 13/12/2018 della CORTE APPELLO di TORINO;
nei confronti di:
(OMISSIS), n. in (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIAROSARIA BRUNO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. FODARONI ((omissis)), che ha concluso chiedendo: annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
Il difensore presen…

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